Lunedì, 25 Novembre, 2024

Casa bifamiliare: indipendenza e praticità sotto lo stesso tetto


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    Le case bifamiliari sono una soluzione abitativa molto diffusa perché è la giusta via di mezzo tra la praticità di un edificio condiviso e l’indipendenza che solo una villa può garantire. Insomma, dimentica le faide tra condomini e le risse alle interminabili e inconcludenti assemblee di condominio, ma goditi la compagnia e la collaborazione con il tuo unico vicino.

    Che vuol dire casa bifamiliare?

    Le case bifamiliari sono case autonome che hanno il proprio ingresso privato, ma presentano alcune aree in comune.
    Per essere chiari: due porzioni di bifamiliare, generalmente, condividono il tetto e almeno un muro portante. Parliamo infatti di “porzioni” proprio perché spesso si tratta di un immobile diviso verticalmente in due o anche in 4 o più parti.
    Gli immobili delle bifamiliari possono essere multipiano o svilupparsi orizzontalmente. Nel primo caso le unità abitative sorgono su più piani, mentre nel secondo sono separate da un muro comune che segna i confini delle proprietà. A livello estetico e architettonico, spesso le case sono gemelle.
    Molte villette bifamiliari in origine erano un’unica casa, successivamente divisa in due unità abitative ma con la giusta indipendenza. Si tratta di una situazione tipica di famiglie ormai allargate, grazie alla quale i figli possono continuare a vivere vicino ai propri genitori ma rispettando la reciproca privacy. Solo delle tipologie abitative che spesso sorgono fuori dai centri urbani.

    Come sono le case bifamiliari?

    La casa bifamiliare è una tipologia abitativa indipendente che condivide solo una parete laterale con la casa adiacente. In questo modo le due famiglie possono essere sicure di avere il massimo di indipendenza e privacy. Le altre tre pareti sono libere e aperte, consentendo una buona illuminazione e aerazione naturali.
    All’interno le case bifamiliari possono variare nello stile, a seconda dei gusti degli inquilini, ma gli spazi sono ideati per garantire comfort e autonomia tra le diverse funzioni. Inoltre i proprietari possono apportare modifiche all’interno e all’esterno, ma a patto di rispettare le norme condivise.
    Gli spazi esterni godono spesso di ampi giardini o terrazze e patii. Questo è un plus di queste tipologie di case rispetto agli appartamenti bilocali e trilocali e rappresenta un importante elemento di valutazione nel mercato immobiliare.

    Qual è la differenza tra case bifamiliari e case a schiera?

    La differenza tra case bifamiliari e case a schiera riguarda principalmente gli spazi esterni e le aree comuni. La confusione deriva dal fatto che entrambe le soluzioni ospitano in uno stesso immobile più famiglie, eppure le due tipologie di case si distinguono per architettura, gestione degli spazi e il loro grado di condivisione.
    Se la casa bifamiliare ospita due unità abitative indipendenti, affiancate o sovrapposte; la casa a schiera è costituita da diverse abitazioni allineate e collegate l’una all’altra con muri laterali. Nel caso della villa bifamiliare, le unità sono completamente indipendenti, mentre in quello della casa a schiera le case hanno solamente un giardinetto sul retro e i confini sono sempre condivisi. Le parti comuni delle bifamiliari sono il tetto, i muri portanti e il vialetto d’ingresso. Le parti comuni della casa a schiera sono invece muri divisori, vialetti, parcheggi e zone verdi che richiedono una gestione congiunta.

    Come capire se una casa è bifamiliare?

    Per capire se la casa è una bifamiliare, serve risalire alla documentazione catastale. Su queste carte è ben scritto che la casa è registrata come due unità immobiliari distinte e quindi ognuna ha una sua particella catastale. Un'ulteriore caratteristica è la presenza degli ingressi separati e degli impianti indipendenti.
    Per accedere ai documenti del catasto, puoi svolgere una visura catastale oppure rivolgerti ad un tecnico esperto che si occupi delle procedure per esaminare la situazione urbanistica e catastale della proprietà.

    Quali sono le parti comuni di una bifamiliare?

    In una casa bifamiliare, le parti comuni rappresentano gli elementi strutturali o funzionali che servono entrambe le unità abitative e che richiedono una gestione condivisa. Il tetto è una parte comune perché protegge l’intero edificio dalle intemperie e garantisce l’efficienza energetica. Anche i muri portanti sono considerati parte comune perché garantiscono la stabilità dell’immobile; così come le fondamenta. Sia nel caso del tetto che delle infiltrazioni nelle mura portanti, gli interventi richiedono la spartizione delle spese tra i due condomini. Anche il cortile, l’area parcheggio e le scale possono essere considerati parti comuni.

    Chi paga il tetto in una casa bifamiliare?

    Dal momento che il tetto rientra tra le parti comuni della casa bifamiliare, le spese di eventuali interventi sono da suddividere tra entrambe le famiglie, salvo accordi che stabiliscono le cose diversamente. La suddivisione delle spese si fonda solitamente sulla ripartizione delle quote millesimali delle unità abitative. La situazione cambia se i danni al tetto siano stati provocati dolosamente o magari da un abuso edilizio. In tal caso i costi potrebbero essere tutti a carico del responsabile. La normativa è disciplinata dagli articoli 1117 e 1123 del Codice Civile.
    La gestione delle parti comuni è disciplinata dal Codice Civile, in particolare dagli articoli 1117 e 1123, che stabiliscono che queste debbano essere mantenute congiuntamente e che i relativi costi siano ripartiti in base al valore delle proprietà, salvo accordi diversi. Quando scade il bonus 110% per le bifamiliari?

    Come trasformare una bifamiliare in condominio?

    In realtà la casa bifamiliare risulta già come un condominio, poiché è costituito da due condomini differenti. In questo caso si tratta di redigere un condominio minimo. Quindi si seguono le norme previste dal Codice Civile in materia condominiale; fa eccezione solamente l’obbligo di nominare un amministratore che invece diventa obbligatorio solamente a partire da 9 condomini.
    Potrebbe sembrare tutto molto più semplice, ma in realtà possono sorgere problemi nel caso di votazioni perché è più difficile raggiungere una maggioranza.


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